Come superare l’ansia di perdere tempo – Maddalena Guerriero

Come superare l’ansia di perdere tempo – Maddalena Guerriero

“Non sei né in ritardo né in anticipo, sei nel tuo tempo”… Questa è una bella frase che ho letto su  facebook qualche tempo fa. E oggi vorrei focalizzarmi proprio su questo concetto.

Le esperienze che ho vissuto negli ultimi anni mi hanno portato a imparare ad incentrarmi molto di più su me stessa. Ho iniziato a riflettere sul tempo perché sono stata costretta a lunghi periodi di stasi in cui avevo preoccupazione per il tempo che stavo perdendo, per le cose che non stavo vivendo insieme ai ragazzi della mia età e paradossalmente questo continuo rimuginare non faceva che farmi perdere altro tempo.

Sembra quasi che oggi, lo avvertiamo ancora di più il peso del tempo che avanza, forse perché calati in una realtà che ci impone di stare sempre bene, di essere sempre felici e produttivi, sempre in forma.

Anche i social ci inducono a mostrarci  sempre impeccabili: si posta  solo il meglio delle nostre vite e non le difficoltà, le debolezze, i momenti di buio totale. Quest’ansia di vivere ci porta a prefigurarci mille scenari diversi ancora prima che accadano e a non goderci mai nulla veramente. Avere un momento di crisi in cui si ha bisogno di fermarsi perchè non si può essere al top, è visto come una debolezza.

Da ragazzi poi, è importante stare al passo con gli altri per sentirsi parte di un gruppo con cui condividere tutte le esperienze del momento.

E’ capitato anche a me di correre in un momento in cui forse avrei dovuto solo fermarmi e aspettare di ritrovare il mio equilibrio, con un successivo concatenarsi di fallimenti e delusioni che mi ha portato solo a demoralizzarmi e a perdere altro tempo.

Purtroppo mi è capitato di iniziare l’università in un momento di grande difficoltà e stress personali e questo mi ha portato via gli anni più belli, in cui avrei  voluto vivere la fine dell’adolescenza in un clima di condivisione emotiva con gli altri e in cui ho invece assaporato il gusto amaro della solitudine e dell’isolamento sociale. Solo ora ripenso con malinconia agli anni passati e a come avrei potuto sfruttarli diversamente senza preoccuparmi del giudizio degli altri e senza la fretta di dover stare in regola e l’ansia di starmi perdendo chissà cosa.

Quando sono uscita dal liceo ho vissuto sulla mia pelle la competizione spietata a cui ti porta il dover combattere con gli altri per uno stesso obiettivo, competizione che a volte ti porta a dimenticare le cose veramente importanti di quegli anni come il condividere i momenti belli di quell’età invece di stare l’uno contro l’altro pronti ad affossarsi a vicenda al primo errore o momento di debolezza, senza alcuna considerazione per quei valori che proprio da ragazzini dovrebbero essere ancora più sentiti, come l’amicizia, la solidarietà, la complicità, il rispetto, l’aiuto reciproco. Ho vissuto la rabbia e il dolore profondo dell’essere usata ai fini personali di altri che dovevano arrivare prima di me o elemosinare le attenzioni di un professore servendosi di un lavoro che non era frutto delle loro menti.

Mi sono resa conto di quanto fine a se stessa fosse quella competizione,  non la sana competizione che dovrebbe spronare al miglioramento. Una competizione dettata proprio da quell’educazione basata sul dovere e sull’appiattimento della personalità che ci rende tutti uguali, dei fantocci che si azzuffano tra loro solo al fine di dimostrare di essere migliori dell’altro e non perché veramente interessati a quello che stanno facendo.

E’ perciò che, tornando a quanto già ho detto precedentemente, non dobbiamo mai dimenticarci di sentire noi stessi e la nostra vera essenza, che è l’unica cosa che potrà renderci indipendenti da tutto e tutti e di continuare ad andare avanti nonostante gli ostacoli e le difficoltà.

Bisogna incentivare la diversità in quanto ricchezza, proprio oggi in cui c’è la possibilità di crearsi autonomamente il proprio personale percorso evolutivo, addirittura inventandoselo “ex novo” un lavoro, se necessario. Oggi c’è la possibilità di fare di qualsiasi tipo di interesse un modo per guadagnare. C’è chi, ad esempio, ha deciso di dedicare la sua vita a viaggiare e scoprire il mondo e ha fatto di questo il suo lavoro creando un blog online in cui dare consigli, fare reportage di viaggi, addirittura mettersi al servizio di agenzie di viaggio proponendo recensioni utili a futuri visitatori. E alla stregua di ciò sono nati i fashion blogger e i food blogger; senza contare poi che i nuovi mezzi informatici a disposizione e le nuove dinamiche sociali hanno creato proprio figure professionali  nuove, come l’influencer o lo youtuber. Tutto questo ci offre l’opportunità di svolgere attività in linea con i nostri interessi più autentici.

Mai come oggi c’è bisogno di originalità più che di tecnici perché a breve molti lavori saranno sostituiti dalle tecnologia e già si parla, a livello politico, di istituire uno reddito minimo pro-capite per tutti indipendentemente dal lavoro svolto. Progredirà poi nel lavoro al di là del reddito minimo chi riuscirà ad inventare continuamente qualcosa di nuovo.

Presa da questa foga generale anche io mi sono buttata a capofitto in questa corsa verso il futuro, senza riflettere sull’opportunità che avevo di costruirmi la mia strada in maniera autonoma e di riflettere bene prima di scegliere un eventuale percorso. Spesso a 18 anni si è ancora giovani e troppo inesperti per fare una scelta così importante.

Perciò se per un motivo o per un altro, all’uscita dalla scuola non avete ancora le idee chiare, non sentitevi persi. Non scegliete la prima cosa che vi viene in mente solo per non perdere tempo e trovare subito un modo per guadagnare. Se necessario prendetevi un anno per curiosare su cose che vi hanno sempre attratto ma a cui non vi siete mai dedicati, state a contatto con persone che vi piacciono e concedetevi un’esperienza di viaggio o di vita. Il tempo che impieghiamo per conoscere noi stessi non è mai tempo perso. Io per esempio, rimpiango di non aver “sprecato” prima un po’ del mio tempo per fare esperienze che a una certa età hanno sicuramente un gusto più magico e intenso. Rivolgetevi a chi si occupa di orientamento in modo professionale, o meglio di Coaching d’Orientamento.

Andate agli open day delle università che vi interessano e spulciate i loro siti internet per essere informati in anticipo su tutte le opportunità formative che offrono. Le possibilità di fare un’esperienza formativa e di vita sono infinite e io stessa ne sono venuta a conoscenza solo in un secondo momento: c’è la possibilità di lavorare all’estero e avere vitto e alloggio gratis con il wwoof, il programma “cultural care au pair” e tanti altri ancora. Pensate solo a voi stessi, senza fare confronti con chi ha già cominciato l’università o imboccato una strada sicura.

Ognuno ha il suo percorso e la sua vita, e prima imparate ad essere centrati su di voi e a non seguire la massa, prima scoprirete la vostra strada.